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Il Parco

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Il Parco di Portofino costituisce una notevole dimostrazione di fusione tra ambiente naturale e attività umane, e offre paesaggi nei quali si ha un continuo alternarsi di ecosistemi naturali e coltivazioni, con una ricca varietà di ambienti.
La presenza dell’uomo si manifesta sia nelle secolari opere e coltivazioni realizzate, quali muretti a secco e terrazzamenti (noti con il termine dialettale di fasce) necessari per le coltivazioni degli orti e soprattutto dell’ulivo, sia nella presenza di piccoli borghi e paesi, incastonati nel paesaggio naturale.
La realizzazione dei terrazzamenti si è evoluta contestualmente allo sviluppo dell’uliveto, con orti al piede in tipiche colture "miste" stagionali, soprattutto nei versanti est e ovest e intorno al borgo di San Fruttuoso, caratterizzandone tuttora il paesaggio.
La presenza dell’uomo e delle sue attività si evidenzia, oltre che nei centri abitati principali, anche nei piccoli borghi quali, ad esempio, San Rocco di Camogli, San Nicolò, NozaregoSan Sebastiano.
Specifici manufatti dedicati alle attività agricole, quali i 
mulini e frantoi, di cui si ha una significativa concentrazione nella Valle dei Mulini, sopra il nucleo abitato di Paraggi, sono oggi un importante documento di archeologia rurale.
Il presidio e l’utilizzo del territorio da parte dell’uomo non ha tuttavia impedito il mantenimento di un’elevata naturalità, con la presenza di numerosi ecosistemi sia mediterranei, come la macchia e la lecceta, sia di climi più continentali, come il bosco misto mesofilo, cioè con medie esigenze di umidità.
L’importanza del legame tra uomo e ambiente, all’interno del territorio del Parco di Portofino, è sottolineata dall’istituzione, tra le prime in Italia, di un’area protetta fin dal 1935.

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